Atlante dell’Arte Contemporanea DeAgostini 2021

Atlante dell’Arte Contemporanea DeAgostini 2021

Originario di Savona, il fotografo Matteo Musetti nasce nel 1975 ed attualmente vive ed opera a Plodio.
Dal 2006 il Nostro inizia la propria ricerca figurativa votata quasi esclusivamente al genere paesaggistico, con una cura meticolosa per lo scorcio e l'attrezzatura a disposizione. Nonostante i primi risultati ottenuti l'autore percepisce l'esigenza di un nuovo stile basato più sulla narrazione che dell'esclusiva dell'estetica, vengono quindi alla luce i primi progetti fotografici unitari pensati esclusivamente alla contemplazione di un unico filone tematico.
Su tale cambiamento ha inciso la scomparsa della figura paterna, cosi il Nostro dichiara: “La morte di mio padre, avvenuta nel 2004, ha cambiato radicalmente la mia vita e quindi anche il modo di concepire la fotografia. Il progetto "Il silenzio è violenza" è stato realizzato in sua memoria. È stata una ricerca interiore effettuata in diversi luoghi abbandonati, cercando proprio mio padre, seppur alla fine non non sia riuscito a trovarlo. Ho dedotto, nonostante siano passati molti anni, di non aver ancora elaborato il lutto”.

L'universo fotografico del Musetti è un complesso apparato di originali scorci ed eleganti prospettive, la cultura tecnica della gioventù progressivamente si è fusa con la sensibilità artistica della maturità facendo della sua produzione un autentico taccuino poetico ricco di inedite suggestioni. Ogni raccolta è un macrocosmo che si differenza per stile e forma nella poliedricità dei soggetti scelti rendendo riduttiva l'analisi di un esame tematico univoco.
Ciò che appare evidente è quell'organismo vivo e magmatico in continuo mutamento, dove le costanti apparenti sono le attività umane come lo svago ed il lavoro, sia che si svolgano nella pazza folla urbana sia individualmente.
Red umbrella mostra una passeggiata solitaria fra strutture antiche moderne, letteralmente fil rouge degli scatti è l'uomo con l'ombrello rosso, unica colorazione concessa nelle acromie tipiche del Nostro. Un cielo plumbeo campeggia sul "protagonista" assorto nella sua meditazione errabonda come minuscolo puntino smarritosi nei meandri del suo sé. Visivamente simile ci appare Promenade Nizza rappresentante un mesto litorale dopo un acquazzone, a discapito della narrazione qui l'autore preferisce sottigliezze prospettiche giocando razionalmente con le strutture balneari e le scogliere che generano eleganti spunti focali. Non sempre la folla è sinonimo di assenza di solitudine : Musetti pare conoscere molto bene quel senso di introversione tipica della società postmoderna, società nella quale la globalizzazione ha generato un falso mito di interconnessione reciproca che nella realtà si traduce in un maggiorato isolamento.
Underworld si ricollega a tale proposito immortalando gente comune nella metropolitana di Londra, i celeberrimi cartelli circolari delle underground fungono sovente da bizzarre finestre che circondano persone di ogni razza ed età, riflettendo il cosmopolitismo della capitale inglese. Avviluppati nelle loro ansie quotidiane, salgono e scendono sulle banchine di questo non-luogo per eccellenza, momenti di transizione giornaliera che pongono il focus sul tema del tempo perduto fra le ingerenze professionali ed il rientro tra le mura domestiche, spazi temporali lasciati alla mercé di lunghe quanto infruttuose attese.

Il lavoro, attività umana per antonomasia, pare essere una delle elaborazioni artistiche più frequenti in Musetti. Non vi è nessuna voluttà di celebrazione dei progressi dell'industria e dall'automazione nelle sue meditazioni concettuali quanto il ritorno a quella purezza del contatto umano che avviene nei mercati, sui pescherecci e nei laboratori artigianali, si dove si svolgono mansioni tradizionali ormai obliate. Mirabili sono i dettagli di Noli time sea o di Sea traps in cui emergono le origini marinaresche del Nostro, l'odore del pescato sembra trasudare dalla fredda pellicola immergendo il fruitore in questa dimensione figurativa che trova poco spazio nelle scelte dei suoi colleghi.
Dall'attività manuale il Musetti passa alla produzione in fabbrica con Skynet raccolta di estemporanee di archeologia industriale. Rispetto ai suddetti progetti la figura umana è assente manifestando la volontà dell'autore di decostruire l'assoluta fiducia umana nella tecnologia che sciupa in un certo qual modo la dimensione del modesto artigianato. Nelle opere dedicate al lavoro i protagonisti paiono apparire come umili eroi, spesso anziani ingrigiti dal tempo dove ogni ruga ogni solco sui palmi e sulla fronte assurgono a cicatrici da ostentare con orgoglio.

Dagli spazi dedicati ai mestieranti Musetti passa ad esaminare la materia del divertissement mediante serie come What color are you e Surf in Liguria. Ad esaltarne la vitalità della narrazione sceglie una saturazione cromatica esplosiva travolgente quasi fauvista, la palette turbinante genera un effetto dinamico capace di inserire gli astanti al centro dell'azione.
A chiudere la tematica sulla produttività si segnalano altri cicli meno legati allo storytelling come Latest-work. In essa impressionista con il paesaggio urbano è declinato alla stregua di un pittore una morbidezza antinaturalistica della messa a fuoco atta a generare una visione su diversi piani coloristici. La grazia delle luci intermittenti paiono ispirarsi ad un Pissarro ad un Renoir manifestando quel gusto per la genuina contemplazione visiva che rimanda alle prime sperimentazioni giovanili, legate quasi esclusivamente al gradimento dell'essenziale ripresa estetica dello scorcio immortalato.

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